LA LUCE BLU

LA LUCE BLU

immagine spettro luce

Ultimamente si sente parlare sempre più spesso della “luce blu” e dei danni che essa causa, ma cosa è di preciso? E quali danni causa veramente ai nostri occhi e al nostro organismo?

La luce blu (anche se sarebbe più corretto parlare di luce viola, indaco e blu), è un insieme di radiazioni luminose con lunghezza d’onda compresa tra i 380 e i 490 nm. È la banda della luce visibile che crea i danni maggiori (soprattutto da 415 a 455 nm, con picchi a 435), in quanto racchiude radiazioni luminose, come si nota dall’immagine a sinistra, la cui lunghezza d’onda è molto vicina a quella dei raggi UV, dannosi per il nostro organismo (come è ormai ben noto).

Tutto ciò che funziona utilizzando illuminazione a LED emette luce blu, e quindi anche tutti quei dispositivi elettronici di cui quasi non riusciamo più a fare a meno: smartphone, tablet, tv sono diventati ormai parte della nostra quotidianità. A questi si aggiungono le lampadine a led che utilizziamo nelle nostre case e i fari della automobili, fonte di abbagliamento e forte fastidio per chi li incontra con lo sguardo.

DANNI PROVOCATI DALLA LUCE BLU

Sono molteplici i danni causati da questa luce, e colpiscono sia i nostri occhi che il nostro organismo.

  • Quando il film lacrimale viene colpito dalle radiazioni luminose (soprattutto quelle blu) subisce un’alterazione, con conseguente maggiore probabilità di insorgenza dell’occhio secco (malattia multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare che porta a discomfort, disturbi visivi, instabilità del film lacrimale con potenziale danno alla superficie oculare). I sintomi dell’occhio secco: bruciore, sensazione di corpo estraneo, fotofobia, sensazione di secchezza, sensazione di peso e dolore oculare, disturbi del visus, dolore notturno.
  • Un ruolo fondamentale nella formazione della cataratta (che è un’opacizzazione progressiva del cristallino che porta alla perdita della funzionalità visiva) è giocato dai processi ossidativi indotti dalle radiazioni ultraviolette e dalla luce blu (tale processo si chiama fotossidazione). Per rallentare l’insorgere della patologia dobbiamo dunque evitare la fotossidazione, in quanto i sistemi antiossidanti dell’organismo non sono sufficienti.
immagine bambina con tablet
immagine mano con cellulare schermo
  • Dopo l’intervento di cataratta il rischio fotolesivo è maggiore, in quanto un cristallino catarattoso è protettivo per la retina: essendo opaco assorbe parte delle radiazioni, che quindi non arrivano in retina.
  • La radiazione blu va ad indurre un’importante alterazione dell’epitelio pigmentato e dei fotorecettori, con conseguente accumulo di prodotti non digeribili dalla retina stessa. L’epitelio pigmentato è lo “spazzino” della retina: se viene colpito dalla radiazione blu altera la sua fisiologia, e quindi aumenta il rischio di degenerazione maculare (una patologia che si manifesta a partire dai 50 anni e che ha come caratteristica la morte delle cellule dei fotorecettori retinici).
  • Alterazione del ciclo sonno/veglia: un’elevata esposizione alla luce blu anche nelle ore buie ostacola la produzione della melatonina, l’ormone regolatore del sonno e del ciclo sonno/veglia. Inoltre viene alterato anche il sistema immunitario, il che espone maggiormente alle infiammazioni e alle cosiddette congiuntiviti.

Proteggere i nostri occhi dalla luce blu pertanto è fondamentale per mantenere il giusto benessere visivo e fisico e per prevenire i disagi ed i rischi sopra citati.

Una lente ad alta protezione ottica taglia buona parte della luce blu, nella banda compresa tra 400 e 420 nm, e soprattutto attenua i picchi di emissione dei dispositivi elettronici che emettono intorno ai 440-550nm.

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